Progetto iGEM 2023 | Parte 1
Prima di parlare di quello che facciamo, ci piacerebbe raccontarvi qualcosa in più del problema che abbiamo scelto di affrontare, non tanto con la pretesa di risolverlo quanto perché siamo rimasti colpiti dall’enorme impatto che ha sulla nostra società e vorremmo dare il nostro piccolo contributo, iniziando proprio col parlarne.
Al giorno d’oggi, la resistenza antibiotica (se non sai cosa sia, ne abbiamo parlato qui) rappresenta uno dei principali problemi sanitari, causa di 1.27 milioni di morti l’anno al 2019, e l’OMS stima che nel 2050 diventerà la prima causa di morte al mondo.
Guardando più da vicino la nostra realtà, possiamo fare riferimento al report dell’Istituto Superiore di Sanità sulla sorveglianza della Resistenza Antibiotica (ISS-RISS) dell’anno 2021. Secondo il documento citato i principali patogeni responsabili del maggior numero di morti associate ad infezioni antibiotico-resistenti si distribuiscono come segue.
I casi totali identificati sono stati 62.833, di cui più del 99% degli isolati è stato ottenuto dal sangue e meno dell’1% dal liquor cerebrospinale:
- Il 33.9% delle infezioni è dato da Escherichia coli,
- il 19.0% da Stafilococcus aureus,
- il 14.7% da Klebsiella pneumoniae,
- l’11.5% da Enterococcus faecalis,
- il 7.8% da Enterococcus faecium,
- il 7.6% da Pseudomonas aeruginosa,
- il 4.4% da Acinetobacter spp.,
- il 1.1% da Stafilococcus pneumoniae.
La figura sottostante mostra invece la percentuale di resistenza delle quattro principali combinazioni patogeno/antibiotico particolarmente rilevanti e sotto osservazione a livello europeo da parte dello European Centre for Disease Control (ECDC) nelle regioni Italiane per il 2021:
- S. aureus resistente alla meticillina (MRSA);
- E. faecium resistente alla vancomicina (VRE-faecium);
- E. coli resistente alle cefalosporine di terza generazione (CREC);
- K. pneumoniae resistente ai carbapenemi (CRKP).
Nonostante tutti questi numeri, non facciamoci prendere dal panico. Esistono ancora diversi antibiotici per combattere queste infezioni, che spesso si rivelano mortali solamente in caso di comorbidità o di compromissione del sistema immunitario. Questo fenomeno, però, è destinato a peggiorare: i batteri di cui abbiamo parlato svilupperanno resistenza anche agli antibiotici efficaci rimanenti, e questo processo sarà infine più veloce della scoperta di nuove molecole antibiotiche. Siamo ancora in tempo, ma è questo il momento di agire.